NOTE PER L’ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE

AMICI DEL VESCOVO MONS. EUGENIO CORECCO

PER LA FESTA DELLA PRESENTAZIONE
DI GESU’ BAMBINO AL TEMPIO

2 – 2 – 2015


Cari Amici, ci raccogliamo ancora una volta nella preghiera in comunione con coloro i quali Dio ha voluti quali Vicari di Gesù Cristo, Papa Benedetto e Papa Francesco, nella loro inedita comunione, per fare memoria del nostro amato Mons. Corecco nella memoria di Cristo, che ce lo ha ordinato: “fate questo in memoria di me”. Con queste parole, diamo il nostro contributo a Expo Universale che inizia fra pochi giorni a Milano.


ADORARE GESU’ BAMBINO “LUMEN GENTIUM”

Infatti, nella comunione fra di loro, segno di Gesù Cristo, cari amici, è data la luce a tutti i popoli, per
un nuovo “illuminismo” nella storia dell’umanità, in base al messaggio epocale dell’ultimo Concilio Ecumenico: “lumen gentium”, luce delle nazioni. Nella notte di Natale, cari amici, Gesù Bambino è nato, e da quel momento, ogni notte è come la notte di Natale. Ma se Dio s’è fatto conoscere così, nell’umiltà della nostra carne mortale, allora tutti possiamo conoscere com’è fatto l’uomo, fabbricato nel prototipo di Gesù Cristo. E allora, questo fatto centrale di tutta la storia umana chiama tutti all’adorazione di Gesù Bambino Re di Pace e Luce delle Nazioni, come lo hanno adorato i Suoi genitori, i pastori, i magi, il vecchio Simeone (immagine del Papa), e come lo hanno adorato tante generazioni di cristiani prima di noi. Ed è lo stesso Gesù Cristo, che la Maddalena adorerà alcune decine di anni dopo, pensando a come l’aveva adorato la Sua mamma da bambino.

Ce lo racconta Luca: “in quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirino. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazareth e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.
C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte, facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: - non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia - . E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: - Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama -.

Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: - andiamo fino a Betlemme,
vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere. Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro. (Luca, 2, 1-20).

Quindi, Luca prosegue con il racconto della presentazione di Gesù Bambino al Tempio, e le parole di Simeone, da cui è tratto il titolo della Costituzione Conciliare: “Lumen Gentium”, Luce delle Nazioni, col quale Simeone indica Gesù Bambino.

Allora (dice Angelo Scola nella Sua Lettera di Natale, “Un bambino è nato per noi”, corredata con un’immagine della Natività del pittore italo-americano Bill Congdon): “ogni cosa che avrete fatto a questi piccoli, l’avrete fatto a me” ci dice il Signore. A Natale, ospitando nelle nostre case qualcuno dei Suoi ‘piccoli’ – penso agli anziani, a coloro che sono abbandonati o lontani dalla loro terra …. - avremo la gioia di ospitare fisicamente lui”.

Cari amici, pensavo a Corecco, poche settimane fa, quando abbiamo vissuto un momento profondo, l’ultimo giorno del vecchio anno, Mercoledi 31 Dicembre: ci siamo trovati con gli anziani del Pio Albergo Trivulzio, l’ospizio fatto da secoli e secoli di carità, e insieme al Card Scola abbiamo adorato Gesù Bambino, per ringraziare Dio insieme agli ospiti di questo glorioso albergo. Pensavo alle immagini dell’ultima conferenza della Caritas, dove Mons. Corecco (da Vescovo che ha cura dei propri fedeli come di se stesso),
fa una confessione di amore totale. E’ lo stesso amore che ci può toccare il cuore nell’atto di adorazione. E l’abbiamo potuto fare, perchè Gesù Bambino ci ha fatto conoscere che Dio è amore (vedi la Lettera Enciclica di Papa Benedetto: Deus Caritas Est). E’ soltanto di questa verità che ha fame e sete il cuore di ogni uomo, cari amici.

A questo riguardo, Martedi 9 Settembre, il Card Scola ha chiuso il processo di santità di fra Jean di Gesù Bambino, al secolo Jean Ebogo, di cui si può leggere la storia, e che poco prima di morire ha detto: “non farò come santa Teresina, che ha promesso una pioggia di rose dal cielo, no, io dal cielo farò piovere un diluvio di vocazioni”.

Cari amici, in prossimità della GMG 2016 di Cravovia, dopo quelle di Madrid 2011, e Rio de Janeiro 2013,
raccogliamoci tutti insieme col Santo Padre per adorare Gesù Bambino che è Re di Pace, perchè è Luce delle Nazioni, pure nei nostri tempi così travagliati. Non è questo che vuole dirci da alcuni decenni la misericordia di Dio? (vedi Christoph Schonborn, Congresso Mondiale della Misericordia, Roma, 2008).

Si dovrebbe dire che, nell’ambito delle relazioni fra le Nazioni, cari amici, la nostra Italia porta un contributo unico, segnato dal fatto che ha un rapporto speciale con il Santo Padre, per un disegno provvidenziale, che dalle vicende di Enea e le origini di Roma fino ad oggi, si accompagna a un’idea universale.

Lo aveva notato con grande senso dell’attualità e
con uno sguardo universalistico nel 1877 lo scrittore russo Dostoevskij: “l’Italia porta con sè da duemila anni un’idea grandiosa, reale, organica: l’idea di una unione generale dei popoli del mondo, che fu di Roma e poi dei Papi. Il popolo italiano si sente depositario di un’idea universale, e chi non lo sa, lo intuisce. Infatti, la scienza e l’arte italiane sono piene di quella idea universale .… (Giacomo Biffi, “Risorgimento, Stato laico, identità nazionale”, 1999, dove lo stesso Autore nota che oggi “le genti italiche oggi sono una colonia culturale statunitense”).

Cari amici, anche lo scrittore anglo-americano T. S. Eliot, uno dei massimi poeti dell’umanità di tutti i tempi,
con uno sguardo universalistico aveva intravisto difficoltà presenti e prossime del passaggio epocale che vive l’umanità di oggi, e leggendo i suoi scritti, avevo redatto un memoriale di un viaggio negli Stati Uniti del 1997. Permettetemi di rileggerlo ora, prossimi al compimento del ventesimo anno di nascita in cielo del nostro amato Mons. Eugenio Corecco (Mercoledi 1 Marzo 1995 – Domenica 1 Marzo 2015), che amava profondamente gli Stati Uniti.

Cari amici, a questo riguardo (mi diceva Mons. Mascheroni) si tratta di
coltivare il discorso della persona umana, perché è il terreno comune di convergenza fra diverse istituzioni, laiche e non, essendo un discorso imprescindibile, specialmente per le associazioni di tipo umanistico, come Medicina e Persona (medicina personalistica, cfr invecchiamento, conferenza a Romano Banco, 9 Maggio 2013). Dunque, mi è sembrato di grande interesse per tutti il testo pubblicato dal quotidiano parigino Le Figarò del 29 Settembre u.s. a cura di Christoph Schonborn e Angelo Scola: “sapevamo che cambiando la natura del matrimonio, sarebbero venute altre rivendicazioni, che avrebbero snaturato l’adozione, e che avrebbero organizzato la fabbricazione di esseri umani (cari amici, si può vedere l’umanità come la fiat?) …. infatti, con i metodi di procreazione assistita è tutta la filiazione che si troverà senza orientamento, e i bambini saranno condannati ‘ad essere di fatto orfani di genitori vivi’ (Giovanni Paolo II, Lettera alle Famiglie, 1984) ….”. Si apre un panorama come quello che uno scrittore francese ha chiamato “clonazione di massa”. E’ di questo tipo l’illuminismo che si prepara?

Quindi, cari amici, quest’anno ricordiamoci nell’adorazione di Gesù Bambino in comunione con Papa Benedetto e Papa Francesco, memori della formula di Sant’Ambrogio: “ubi Petrus ibi Ecclesia, et ubi Ecclesia ibi nulla mors, sed vita aeterna”. Allora salutiamoci ancora con le parole della Prima Lettera di Pietro: “vi saluta la comunità che è stata eletta come voi in babilonia …. salutatevi col bacio della carità e sia pace a tutti voi che siete in Cristo”.