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NOTE  PER  L’ASSOCIAZIONE  INTERNAZIONALE
 
AMICI  DEL VESCOVO MONS. EUGENIO CORECCO
 
PER LA FESTA DELLA PRESENTAZIONE
DI GESU’ BAMBINO AL TEMPIO
 
2 – 2 – 2001

 
 
 
Carissimi fratelli e sorelle in Xto, le benedizioni del nostro Iddio e la pace del nostro grande Papa con tutta la ricchezza dei suoi doni scendano su tutti noi, chiamati a contemplare il volto di Cristo secondo le intenzioni del Santo Padre.
Carissimi desideriamo dirvi qualcosa riguardo a quello che è successo in questo tempo, memori della cosa che ci ha scritto il nostro Presidente: impariamo quella posizione di amicizia, di cui abbiamo potuto godere conoscendo l’amato Vescovo Eugenio
 
 
PAPA
 
Carissimi, un fantasma si aggira per le nostre case, per le nostre vie, per tutte le regioni del nostro pianeta, ormai pervaso dalla rete del Grande Fratello, come dicevo nelle Confessioni dell’11 ottobre 2000 (1) facenti seguito al
Memoriale del Giubileo (2) col quale raccontavamo le nostre esperienze umane per il Giubileo del Clero, che lo stesso Santo Padre ha fatto coincidere con il proprio 80° genetliaco, il 18 maggio in Piazza San Pietro: il fantasma non è facile immaginare quale sia. Ma ne parleremo fra poco
 
Amici, a Karol Wojtyla ho inviato un piccolo Saluto (3) scritto nella forma di una Lettera aperta, facendomi interprete della gioia che ha prodotto questo Anno Santo di Misericordia in modo particolare per tutti i membri del Clero e per le loro amate famiglie. Non possiamo dimenticare l’immensa gioia della quale era pieno un dialogo col Vescovo Eugenio, quel giorno in cui ringraziavamo Dio per l’opera dei viaggi mondiali Karol Wojtyla: era meraviglioso guardare gli splendidi volumi con il corredo fotografico di quei viaggi, in visione al pubblico presso la Curia.
Purtroppo, visitando un numero enorme di siti nel mondo il Santo Padre ha costatato un fatto: sembra che le cose vadano diversamente del Vangelo della Vita  e, anche se ci diciamo amareggiati, questa civiltà post-moderna tende a conquistare ogni regione del pianeta, grazie al media-system dell’edonismo consumistico di stampo euro-americano. E queste cose le ho sintetizzate in un foglietto dedicato alle tre opere che vi ho recensito e che ho inviato al Vescovo della Sanità Diocesana a Milano: Sua Eccellenza Monsignor Angelo Mascheroni, il quale è stato a Magenta per la Festa Mondiale del Malato (4)
 
Carissimi dobbiamo confessare che quella dei viaggi è la prima qualità, che ha reso veramente grande questo pontificato, passato con la passione di annunciare il Vangelo della Vita (5) ma la Vita intesa secondo la legge naturale, quale si ha solo nella famiglia naturale fondata sul matrimonio  (6) come la ribadisce l’attuale Carta della Costituzione Italiana e come ha fortemente annunciato il Papa all’ONU: è fondamentale per tutta l’umanità salvaguardare la famiglia naturale fondata sul matrimonio. Questa cosa ha pensato lo stesso Monsignor Carlo Caffarra   (consigliere morale di Wojtyla) nel suo saluto alle numerose famiglie, che ha incontrato di recente, e alle quali ha rivolto parole tratte dalla liturgia ambrosiana: “con la gioia dei vostri cuori il Signore faccia vedere la Sua Misericordia”. Come vedete: Caffarra non crede che sia la legge naturale a dare gioia alle famiglie.
 
Carissimi fratelli e sorelle, non capiremmo niente dell’opera di Dio in Karol Wojtyla, se non capissimo tutto quanto il lavoro inimmaginabile, che è stato necessario per tenere insieme queste due passioni: i viaggi e la famiglia, un lavoro costato in modo incalcolabile, a detta degli impiegati della Curia all’opera negli ambienti della Roma papale.
Tuttavia, senza queste passioni caratteristiche dell’uomo, non si capirebbero neppure certe nomine di importanza storica, come quella di Martini, che regge da 21 anni la nostra Chiesa.
 
 
BABILONIA
 
Carissimi fratelli e sorelle, a questo riguardo noi non possiamo dimenticare la parola di un amico, il quale l’ha detta tutta con grande meraviglia : - la nostra non è una religione monolitica-.  E questa parola illumina la nostra festa di oggi e si rispecchia nella dibattuta Dichiarazione del 6-8-2000 a  cura dell’ex-Sant’Uffizio guidato dal Card.Ratzinger  
Dominus Jesus
 
Così siamo introdotti nella Festa di oggi, per aprire definitivamente il 2001, che salutiamo con le parole della Prima Lettera di Pietro: - state saldi nella vera grazia di Dio…vi saluta la comunità che è stata eletta come voi in Babilonia…salutatevi l’un l’altro col bacio della carità e sia pace a tutti voi che siete in Xto -.
Ecco in quale panorama si colloca oggi la memoria del nostro amico Mons.Corecco
 
Pieno di meraviglia è stato il momento dell’Assemblea Generale dell’Associazione: ci siamo ritrovati al Cinema 2000 per vedere a quale punto è la nostra opera e mi ha fatto piacere venire con Roberto, che avevo trovato poco prima su un marciapiede: è salito in macchina e non vi dico cosa ho provato, quando mi ha detto che il 6 di giugno il Vescovo di Lugano lo ordina.
Amici, come si fa a fare il prete, a fare l’uomo votato a Dio solo in questo nuovo millennio, in questa vera e propria Babilonia che è il mondo ?
Non è affatto questione di marketing sacerdotale, al quale si vorrebbe ridurre la formazione permanente del clero!
Il carisma sacerdotale di Giussani ce lo ha fatto vedere e  Cristo ce lo ordina: - fate questo in memoria di me ! -
Carissimi, sapete che Monsignor Gianfranco Poma, già Rettore dei Seminari della Chiesa Diocesana è venuto a guidare l’amata parrocchia metropolitana di Santa Maria Segreta. L’opera che attende lui e tutti i suoi fedeli ottenga l’assistenza del nostro Vescovo, che ha visitato tante volte l’amata parrocchia. Ascolto con gioia le omelie di Monsignore e voglio citare quella dell’Immacolata, quando è stato detto che il peccato più grave di Israele è quello di essersi dimenticato dell’Alleanza con Dio e di essersi  adeguato alle immoralità di Babilonia. Che cosa c’entra questo con la formazione sacerdotale ?
 
Quest’anno nella Relazione che ha tenuto a Rimini
Mons. Angelo Scola è stato descritto sinteticamente il clima erotico pervasivo di questo imperialismo paganeggiante (7)  è solo uno dei colori del quadro generale, nato dalle mani e dalla voce del nostro Presidente, che ha inquadrato in una luce diversa l’avventura di quel magnifico uomo, che risponde al nome di San Paolo, il quale ha speso la vita a costruire comunità sane fatte di famiglie sane, ma ad un certo punto, davanti alle immoralità inedite dei cittadini di Corinto ha confessato: - …fratelli, questo vi dico: il tempo si è fatto breve…perché passa la scena di questo mondo…- Cari amici, ce la ricordiamo questa cosa ? E’ la stessa cosa detta dall’Eugenio a Giussani, un giorno.
Certo, hanno detto che San Paolo, talvolta, era un pochino puritano, al pari di alcuni suoi connazionali di Israele. E su queste cose abbiamo dovuto scrivere una lettera al quotidiano La Stampa circa un editoriale dedicato alle esperienze gay di un certo don X, il quale ha voluto mantenere l’anonimato: era il tempo del gay-pride per l’Anno Santo e delle troppe chiacchiere che sono state fatte, troppo genericamente, sulla Roma-gay .
 
Carissimi sorelle e fratelli, nell’articolare queste riflessioni, il pensiero torna alle note degli anni passati e alle cose che dicevamo col Vescovo Eugenio riguardo al fondamento sul quale si basa l’amore, come si vive nella nostra società: cose che abbiamo ascoltato dallo stesso Giussani (8)
 
 
 
 
SENSO
 
Forse, queste cose sono state già vagliate da ciascuno di noi nel tempo di questo mondo, che progressivamente si svuota di un certo cristianesimo ereditato e si trasforma mediaticamente in una civiltà inedita, dove ogni persona è concepita come terminale della propria esistenza in una rete di relazioni, nella quale gioca la domanda di un senso. E questa “cura del senso” è quella “medicina della misericordia”: l’amor di carità duraturo che può vincere la depressione alla quale è condannata la natura umana, pur senza essere presa nell’impero del peccato, il quale sta come pietra tombale su tutte le nostre insorgenze spirituali. Come avviene ?
 
Lo sapete, carissime sorelle e fratelli in Xto, ci sono tanti problemi, ma c’è un problema che non possiamo evadere, perché è il problema che ci possiede: il problema religioso per definizione, il problema del senso che possiede la nostra vita, il nostro pensiero e tutto il nostro mondo. Non è un problema astratto, anzi è molto concreto e per l’intellettuale è sempre stato un problema individuale e per niente politico, anzi a-confessionale.
 
Infatti, il senso può essere scoperto, in quanto l’amore tende a mantenersi duraturo e lo fa, precisamente, in una confessione di misericordia, quando esprime una consepevolezza di fondo: Gesù Tu sei l’Amore che non finisce più, perché sei della stessa natura di Dio, quindi sei il Figlio di Dio. E’ la confessione di Misericordia che ha fatto Pietro a Cristo, perché sia la confessione di ognuno di noi, sorelle e fratelli amati in Xto. Quando la facciamo davanti al sacerdote, la facciamo davanti a uno che opera “in persona Christi”: la facciamo davanti a Lui! Ecco il segreto della misericordia !
 
 
Attraverso l’ OLOCAUSTO DEI SENTIMENTI, per usare un’aspressione di Gad Lerner, questo è stato chiaro per il nostro Vescovo: era già terminale, quando mi ha scritto l’ultima lettera. Poi mi ha chiamato e ci siamo incontrati, quel pomeriggio di febbraio, al letto della sua stanza. Cominciavo a toccare con mano e a prendere coscienza della posta che c’è in gioco, quando parliamo di “assistenza ai terminali”. Infatti, qui tocchiamo la fattura autentica della persona umana, fatta nell’unità duale di anima e di corpo, pure oggi all’inizio del Nuovo Millennio. Qui si tocca l’unità di quella che hanno chiamato “l’anima carnale”. Pensiamo che qui giocano fattori definitivi per l’azione della Chiesa nel mondo. Fattori capaci di suscitare domande e offrire risposte. Forse capaci di suscitare la grande domanda di fondo, che richiede la grande risposta di fondo: quella che sottende tutto l’esistenzialismo metafisico e che Sant’Agostino formula così: “cactus eram ipse mihi magna questio”.  Pensiamo all’opera di Gigi Peruggia, che un giorno ho presentato a Mons. Gianni Danzi: l’opuscolo intitolato “Saluti cari”, del quale conservo copia con dedica autografa dell’autore. Non dimentichiamoci le cose che dice Livio Melina della Pontificia Università Papale nel Corso di Bioetica pubblicato  in un’edizione del “96, quando parla del nostro amato Vescovo al cap 8 : - i sani difficilmente riescono a capire…c’è un punto della  nostra vita in cui siamo sempre soli davanti a Lui”. Queste cose possono risultare uno scandalo, ma non saranno mai uno scandalo per i veri cristiani, di qualsiasi confessione. Nell’opera “La malattia, un tempo per volere”, Vita e Pensiero, Milano, 2000, Mons. Angelini, Rettore della
Facoltà Teologica di Milano cita la sentenza del Doctor Gratiae che la malattia ripropone: - Factus eram ipse mihi magna quaestio – ( Sant’Agostino, Confessiones, I, IV, 4, 9 )  e questo mi ha fatto venire in mente che nel Bollettino numero 1 del primo anno, un amico della Facoltà Teologica di Lugano fondata dal nostro Vescovo ritorna alla “magna quaestio” ( vedi pagina 149, Stanislaw Gryegel, Omaggio a Eugenio Corecco: “Mirava alle cose lontane” )
 
 
 
VISITE
 
Carissimi, questo è il tempo nel quale ci può sembrare di essere come novelli Ulisse nel mare del mondo, come navigatori volti alle sponde della patria natia e come a lui può sembrare pure a noi di viaggiare nel regno dove i morti dimorano, come nelle nostre città: formicai che assomigliano alle carceri attraversate dai fumi del vizio nelle sue innumerevoli forme, che brulicano di anime perse o no, non sappiamo, ma certamente votate alle misure del camposanto. Forse qui, tutte le nostre ansie e depressioni trovano le proprie giuste proporzioni, senza divisioni umane o politiche. E questo vale anche per i cristiani della nostra democrazia, come abbiamo visto nel nostro paese con la visita del 2-11-2000 di 
Sua Eccellenza Mons. Alessandro Maggiolini , il quale alle 16 è stato accolto al camposanto della terra natia fra canti e preghiere guidate dal Signor Curato e sempre dal Signor Curato è stato introdotto nel secondo momento pubblico di questa memoranda visita bareggese, quando ha presentato il suo ultimo libro dedicato all’arte del morire: - La santa paura - . La mia piccola cronaca della visita pubblicata sul giornale del paese, che è finito in mano a tante persone, pure appartenenti a paesi diversi dall’Italia, è piaciuta (9)
 
Carissimi, ho portato il giornale con questo piccola cronaca a Terlizzi in provincia di Bari. dove mi sono recato con Francesco il 24-10-2000, dopo la visita a San Giovanni Rotondo, dove ho chiesto al  
Padre Pio da Pietrelcina  di aiutare l’Italia secondo le intenzioni del Santo Padre. Durante la breve visita a Terlizzi, ho chiesto a Monica e Gabriele, due amici della Fraternita' Francescana di Betania, di restare uniti in comunione col Vescovo Eugenio (10) La sua memoria è ben presente in questa comunità religiosa, poiché è stato lui ad invitarli in Svizzera nel “93, chiedendo che la loro opera, nata da un rapporto del Padre Pio con Padre Pancrazio Gaudioso, porti i frutti che Dio si aspetta.
 
Abbiamo visitato San Nicola di Bari e siamo risaliti a Roma per la Festa di Cristo Re, dove abbiamo trovato un posto nel cuore della Roma papalina, a Borgo Pio con un unico scopo, quello di lucrare l’indulgenza del Giubileo. Devo confessare: serbo nel cuore l’incontro con i ragazzi della Casa di Betania, quando abbiamo toccato il punto più profondo durante l’adorazione del Santissimo, al quale abbiamo chiesto che quest’opera si diffonda in Terra Santa e su tutta la terra intera. La convivenza pacifica fra i popoli sarà possibile, se tutti confesseranno il Nome dell’Unico Dio come l’ha confessato il vecchio israelita nel Tempio.
Monsignor  Luigi Villa, il quale è stato confessore del nostro amato Vescovo per tanti anni, ci ricorda la gioia che nasce da una così lunga esperienza dell’attesa riempita dal Bene così a lungo atteso. In occasione del suo 90° anno Monsignore ha fatto pubblicare un’immaginetta con la frase di Bernanos: - La Chiesa dispone della gioia. Quello che fate contro la Chiesa lo fate contro la gioia. – Carissimi amici, non vi sentiamo riecheggiare le parole della liturgia: - con la gioia dei vostri cuori, il Signore faccia vedere la Sua Misericordia- ?  Per questo Sant’Ambrogio dice che l’uomo di Dio non desidera altro che il Cristo Gesù e non ha che un’unica paura: quello di poterlo perdere. Invece, il vecchio israelita l’ha trovato e l’ha trovato bambino! un Bambino! Ma quel Bambino è “lumen gentium et gloria Israel” dice la Chiesa nella festa di oggi.
 
A proposito di bambini, vi confesso che mi sono commosso fino alle lacrime a leggere un reportage del cronista del Corriere della Sera del 19-06-2000 dedicato alle baraccopoli più alte del mondo ed alle miniere andine a 5400 metri in Perù, dove si è recata la televisione della Svizzera Italiana, per riprendere quello che sta facendo la febbre dell’oro anche fra i bambini . Ho dato al Presidente dell’Associazione Medicina e Persona il testo di quella pagina del Corriere, pensando alle parole dette ai bambini dal Papa, 168 giorni prima, all’Angelus: “cari bambini, è Gesù che vi chiede: desiderate essere miei amici ? Desiderate a rendere il mondo più bello ed accogliente ? Desiderate essere testimoni del mio amore per la Chiesa e per il mondo ? Cari bambini, ditegli si, con entusiasmo e portate la gioia del Vangelo nel nuovo millennio !”  Il rapporto fra i bambini e il Papa è uno dei  misteri più belli. E ci può aiutare a penetrarlo in profondità la meditazione dei Santi Misteri del Rosario, come fa  Sant’Ambrogio in un libretto curato da un bravissimo prete dell’Opus Dei edito dalle Ares: Don Michele Dolz, 1997, Milano.
 
Ma che cosa potrebbe dirci un Sant’Ambrogio oggi, di fronte alle variazioni del clima storico alle quali assistiamo ? Qui dovremmo fare un discorso relativo ai flussi teologici legati alla concezione imperiale di matrice ambrosiana. Per ora rinviamo alle cose che ha scritto la professoressa Sordi ne: - L’impero romano-cristiano al tempo di Sant’Ambrogio -  dove è citato Sant’Agostino: “Romanum imperium quod Deo propitium christianum est”  cfr. De Gratia Christi, II , 17-18. Carissimi amici , questo mi ha fatto venire in mente un momento dell’8-4-2000 quando c’è stata l’apertura della
Stazione dei Carabinieri di Bareggio ed ho inviato alle autorità del paese un breve Messaggio (11). Ma vorrei mettervi a disposizione i testi che vi ho citato, possibilmente in Internet, se l’Associazione intende dotarsi di un sito nella rete.
 
 
 
SALUTI
 
La Madonna Pellegrina immagine della Chiesa, come dice la
Costituzione Lumen Gentium del Concilio Vaticano ci preceda in questi tempi escatologici, senza mai scoraggiarci, neanche davanti alle diagnosi più brutte, come quella del Fondo Monetario Internazionale, il quale crede che questo mondo ha paura. Invece, i santi, carissimi, non hanno paura e ci assicurano che c’è una forza inesauribile che opera sempre: Dio. Per questo non abbiamo il diritto di sentirci orfani, persi in una notte abitata dal fantasma dei nostri desideri  incofessati. Giovanni Paolo II naturalmente ce lo ha detto e noi non dobbiamo avere paura, perché abbiamo  un Signore buono !
 
Concludiamo, carissime sorelle e fratelli in Xto, con la segnalazione di una tavola rotonda che c’è stata una sera del maggio “99 con Luigi Negri, per il quale ho scritto una cronaca intitolata:  “La libertà religiosa nei paesi a maggioranza islamica” (12). E’ una cronaca che ho inviato all’ex Vicario Generale ed ora Titolare Monsignor Corti per la festa patronale di tutte le operatrici e gli operatori dei media nella memoria del Vescovo e Dottore della Chiesa San Francesco di Sales. Con la stessa passione domandiamo aiuto al nostro amato, compianto e vivo in Xto Vescovo Eugenio, salutandoci come nella Prima Lettera di Pietro: “…state saldi nella vera grazia di Dio…vi saluta la comunità che è stata eletta come voi in Babilonia … salutatevi col bacio della carità e sia pace a tutti voi che siete in Xto” ( 1 Pt )
 
 
 
 

 
 
   N O T E
 
(1)     Confessioni dell’11-10-2000
(2)     
Memoriale del Giubileo del 2000
(3)     Saluto al Santo Padre del 18-5-2000
(4)     Messaggio sulla civiltà della morte
(5)     
Note per la Festa dell’Annnunciazione
(6)     Lettera del 14-01-2001 a Mons Villa sulla Santa Famiglia
(7)     A. Scola, Chi è il cristiano?- 2000 anni: un ideale senza fine, Ed.Cantagalli, Siena
(8)     Note all’Associazione Amici del Vescovo Eugenio Corecco, a cura di A.Pandolfi
(9)     
Cronaca della visita del 2-11-2000 del Vescovo Maggiolini a Bareggio
(10)
Lettera del 7-12-2000 a Monica e Gabriele
(11)
Messaggio ai Carabinieri di Bareggio per la festa dell’8-4-2000
(12) Cronaca su  - La libertà religiosa nei paesi a maggioranza islamica -