ALDA MERINI
merini scritte



SANTO PADRE DIVINA POESIA
INVITO ALLA LETTURA

Si possono dire tante cose di Alda Merini, poetessa dei nostri tempi, milanese di quasi 80 anni, premiata dal Governo Italiano nel 1999, e dalla sua città con l’Ambrogino d’Oro nel 2002, nonché candidata al Nobel per la Letteratura. Per chi frequenta le sue opere da qualche anno con profonda partecipazione, pur non essendo “addetto ai lavori” come il sottoscritto, ma semplice lettore, non è facile dire in poche righe quale sia l’esperienza fatta, le suggestioni ricevute, il legame indissolubile che s’è stabilito con tale poesia. Non è facile dire in poche righe perché si deve consigliare tutti a leggerla. Ma lo faccio, perché mi è stato chiesto da Giuliano Grittini.

Forse c’è bisogno di un grande lavoro filologico e di archivio che metta ordine nella produzione meriniana. E forse basta ad orientarlo il giudizio di Maria Corti quando dice che Alda Merini “elabora una realtà infernale nell’universo della memoria, e la proietta in una visione vincente”, che – a nostro giudizio – non è altro che la “katolischeweltanshaung” di Romano Guardini. Infatti noi crediamo che nella Merini si riflette l’umanità di oggi con i suoi drammi e le sue vittorie. Di che cosa stiamo parlando? Chi ha stomaco forte e non legge superficialmente, può rendersene conto, aprendo le pagine della principale opera meriniana: “Diario di una diversa” (Universale Rizzoli, 2002), che racconta gli anni di internamento in ospedale psichiatrico, prima della legge 180. La poetessa se ne salva con l’aiuto del suo psichiatra Dr. Enzo Gabrici, e riversa quest’esperienza nella raccolta di poesie intitolata “Terra Santa”: “ho avuto anch’io la mia Palestina / le mura del manicomio / … lì dentro eravamo ebrei / e i Farisei stavano in alto / e c’era il Messia confuso dentro la folla / una pazzo che urlava al Cielo / tutto il suo amore in Dio”.

Che terapia aveva assunto la Merini? Insieme ai farmaci, lo psichiatra le aveva detto: “racconti sé stessa, scriva le poesie che il cuore le detta”. Oggi le arti-terapie in tutte le forme si vanno diffondendo, perché i nostri tempi hanno tanto bisogno di quell’ “ascolto del cuore”, hanno bisogno di rimettere al centro il nucleo della persona umana come relazione inter-soggettiva. Viene in mente un passo delle Confessioni di Sant’Agostino: “Ed ora Signore, tutto ciò è passato, e il tempo ha lenito la mia ferita. Potrei ascoltare Te che avvicini alla tua bocca l’orecchio del mio cuore, per farmi dire come il pianto possa riuscire dolce agli infelici”. Forse per questo, Alda Merini si rivolge a Papa Benedetto XVI considerandolo erede “scelto da Dio” di Giovanni Paolo II. E lo fa al termine di una delle sue opere più preziose, un lavoro stampato in copie numerate con carta pregiata e scritte in foglia d’oro, dedicato a Papa Woytyla e fatto a quattro mani con un artista umbro come Elvio Marchionni, nonché intitolato: Santo Padre Divina Poesia, e curato da Giuliano Grittini, che della poetessa è amico intimo e stretto collaboratore cfr.
www.giulianogrittini.com

Che dire di quest’opera? Non capita tutti i giorni di trovare un tale gioiello ed innamorarsene, perché lo si sente capace di celebrare un santo (attenzione, santo vuol dire: “uomo vero”) attraverso un’arte in cui figura e scrittura si legano con una qualità eccezionale, che speriamo venga premiata dal mercato e dalle scelte del pubblico. Mons. Gianfranco Ravasi ha scritto nella prefazione di un’opera della Merini: “Alda da tempo non scrive più le sue poesie, ma le detta, lasciando che il vento e gli ascoltatori le raccolgono e le cristallizzino nella pagina”. Dunque, auguriamoci che le emozioni suscitate in noi da quest’opera (di cui abbiamo voluto una copia da tenere in casa come segno di stima per la Merini e Marchionni, e di amicizia per Grittini) formino il cristallo capace di scomporre la luce di Dio nel colore dell’arcobaleno, perché l’amore di Gesù, nel nome del quale preghiamo, colori di pace tutti i cuori, e culmini nelle parole che Alda Merini ha dedicato a Papa Ratzinger: “la tua sapienza ci illumina, la tua conoscenza è gloriosa”.
Alen Pandolfi –
www.aleluja.info